Sono i redditi medio alti (42-54mila euro) a guadagnarci di più con l’intervento riformatore del sistema di tassazione italiano e la revisione delle misure di sostegno per la famiglia. Le sorprese non saranno sempre piacevoli per le buste paga dei lavoratori subordinati. L’impatto determinato dalle disposizioni contenute nella legge di Bilancio 2022 (l. n. 234/2021) e nel decreto legislativo che istituisce l’assegno unico e universale per i figli a carico (D.Lgs. n. 230/2021) è stato analizzato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro nella circolare n. 2/2022: un documento con numerosi esempi pratici che chiarisce come il combinato disposto della Manovra e della revisione delle misure di sostegno per le famiglie cambiano gli importi a disposizione di lavoratori e, più in generale, di contribuenti. Gli importi ricevuti, infatti, potrebbero non somigliare a quelli del passato perché parametrati sull’Isee del nucleo familiare invece che sul reddito ai fini fiscali. Nel documento la Fondazione si sofferma, infatti, ad analizzare in particolare le modifiche agli scaglioni e alle aliquote Irpef, nonché le misure e modalità di calcolo delle detrazioni per lavoro dipendente, pensione, redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente e altri redditi (entrambe contenute nell’articolo 1, comma 2, legge 30 dicembre 2021, n. 234) come anche le novità in materia di trattamento integrativo dei redditi di lavoro dipendente pari a 1.200 euro annui (art. 1, comma 3, legge n. 234/2021).
Si entra nel dettaglio, poi, dell’abrogazione della detrazione fiscale per redditi di lavoro dipendente e assimilati in caso di reddito complessivo ricompreso tra 28 e 40 mila euro (sempre al comma 3 della legge di Bilancio 2022) e dell’impatto dell’esonero contributivo parziale, per il 2022, a favore dei dipendenti con reddito inferiore a 34.996 euro (art. 1, comma 121, legge n. 234/2021). Tutte modifiche che determineranno una differente misura delle ritenute fiscali e del bonus. A queste disposizioni, già in vigore dal 1° gennaio, si aggiunge a partire dal mese di marzo l’assegno unico e universale per le famiglie (Auuf), con un ulteriore cambiamento nelle buste paga dei dipendenti: per effetto dell’abrogazione dell’assegno per il nucleo familiare e delle detrazioni fiscali per i figli a carico si riduce l’importo ricevuto direttamente dal datore di lavoro. In parallelo è possibile ricevere l’assegno unico corrisposto dall’Inps purché, in presenza dei requisiti soggettivi previsti, si sia provveduto in autonomia a presentare la domanda. «Non resta spazio per un grande ottimismo circa la quantificazione complessiva di tutte le modifiche apportate», afferma Rosario De Luca, Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro. Le buste paga del 2022 riserveranno, dunque, «diverse sorprese e, in moltissimi casi, non positive», conclude De Luca.