Mef uscita Monte dei Paschi

Lo spettro del 2011 è già stato evocato, visto l’andamento dello spread, che da marzo ieri ha toccato i 200 punti: sotto la lente di ingrandimento ci sono i bond. Btp, Cct e Bot, che in questi mesi sono stati collocati in abbondanza

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A far preoccupare i mercati secondo gli esperti è stata, però, soprattutto la manovra in deficit che sarà licenziata dal governo.” Non siamo come nel 2011″  – ha già dichiarato il sottosegretario leghista Freni, anche se il Btp, che ha sfiorato il 5% rappresenta un campanello d’allarme forte, visto anche lo stop Bce agli acquisti dei titoli di Stato. L’Italia si trova così nella condizione di dover collocare 150 miliardi di euro. La situazione non è quella del 2011, ma il numero uno di Confindustria Carlo Bonomi, in un’intervista a Repubblica ha già espresso le proprie perplessità.

Quali responsabilità ha la Nadef

Se da un lato l’Europa non sembra più disposta ad acquisire il debito italiano,  dall’altro  c’è il cosiddetto effetto Nadef. A preoccupare gli investitori, secondo il Financial Times (la Bibbia degli investitori) la previsione di spesa in deficit per 14 miliardi, riserva che l’esecutivo ha deciso di mettere da parte facendo salire il rapporto tra il deficit e il Pil al 4,3% nel 2024, sarebbe l’aspetto più preoccupante. L’altro punto caro agli investitori è la ratifica del Mef, che l’italia (unico stato in Europa) non ha ancora firmato.

Come stanno andando i bond nel resto dell’Europa

Nella giornata di ieri tutti i rendimenti dei titoli pubblici europei sono saliti: ormai i Paesi fondatori pagano almeno il 3% a 10 anni, ma per l’Italia siamo al 4,91%. Anche se i rialzi visti ieri sulle obbligazioni si sono sgonfiati nel prosieguo della seduta, siamo per gran parte dei bond sovrani europei ai massimi decennali: Italia, Germania, Gran Bretagna, Francia, Spagna. La situazione, guardando agli altri paesi europei, sembra non così complessa per l’Italia.