di Luca Lucidi, Cfo Reithera

Una criptovaluta è una valuta virtuale che, secondo la definizione di Banca d’Italia, costituisce una rappresentazione digitale di valore ed è utilizzata come mezzo di scambio o detenuta a scopo di investimento. Le criptovalute possono essere trasferite, conservate o negoziate elettronicamente. La definizione, seppur tecnicamente corretta, non è in grado di descrivere pienamente il fenomeno delle criptovalute. Alcuni dati di scenario sono davvero strabilianti:

Al mondo esistono più di 17.500 monete digitali (la più famosa è Bitcoin del 2008)

2 Il mercato delle criptovalute vale ora circa $ 2 trilioni, che è più della quantità di dollari Usa attualmente in circolazione (Gartner);

Gartner prevede che entro il 2024 almeno il 20% delle grandi imprese utilizzerà le valute digitali per i pagamenti;

Gli stati nazionali e le aziende pubbliche e private possiedono ad oggi quasi 30 miliardi di dollari solo in Bitcoin;

5 Secondo un sondaggio del colosso dei pagamenti statunitense Visa, ben il 73% delle piccole imprese intervistate ha affermato che accettare nuove forme di pagamenti digitali è un fattore fondamentale per la loro crescita nel 2022, con il 24% che prevede di abilitare i pagamenti in criptovalute nel 2023.

Proprio il 2022 è stato un anno rivoluzionario per il settore dei pagamenti in “crypto”, in quanto, complice anche la pandemia ed il trend in forte crescita degli acquisti on-line, ha generato la diffusa consapevolezza tra le imprese che i pagamenti con denaro virtuale non sono qualcosa che riguarderà il futuro, ma è già presente. Ormai molte grandi aziende consentono i pagamenti in monete virtuali come Coca Cola, Starbucks, Lush, Amazon. Ma è un fenomeno anche microeconomico, sul simpatico ed utile sito “Coinmap” potete trovare tutti gli esercizi commerciali nel mondo che accettano criptovalute (dagli alberghi, agli Atm, ai ristoranti). Al 22 febbraio 2023 circa 31.758 negozi al mondo offrono questo tipo di servizio anche in Italia: se volete prenotare un albergo per questa estate a Mazara del Vallo potete pagare in Bitcoin! La rapida evoluzione delle monete virtuali pone anche dei rischi che non possono essere senz’altro sottovalutati come la elevata volatilità e rischio di bolle speculative, mancanza di un quadro giuridico e fiscale preciso sia a livello nazionale che internazionale, assenza di forme di tutela o garanzie delle somme depositate, la loro reputazione di essere spesso associate ad azioni di cybercrime, la scarsa tracciabilità. In questo contesto, a mio avviso, il Cfo non può ignorare od evitare il fenomeno in rapida evoluzione delle monete digitali che deve essere affrontato con approccio lucido e razionale che può di certo nascondere insidie e rischi ma anche opportunità.

Volendo essere concreti le opzioni attivabili in questo momento dai Cfo delle aziende italiane per l’utilizzo delle criptovalute sono principalmente due:

Come nuovo strumento di pagamento per clienti e fornitori;

2 Per diversificare gli investimenti aziendali della cassa in eccesso.

Il primo punto rappresenta sicuramente un “entry point” veloce e sicuro per approcciare all’universo “crypto”: da un lato offre sicuramente dei vantaggi immediati come acquisire nuova clientela e aumentare i volumi di vendita. Dall’altro consente, affidandosi ad un provider esterno che converte immediatamente i pagamenti in valute virtuali in euro, di ridurre al minimo i rischi come gli impatti sulle funzioni aziendali (Finanza/IT), di bilancio, di compliance ecc. 

Il secondo approccio, se da un lato può comportare dei ritorni sull’investimento nel medio/lungo periodo di sicuro interesse ed integrare, in piccole percentuali, un portafoglio investimenti aziendali ampio e diversificato, dall’altro lato è sicuramente più invasivo per tutta l’organizzazione aziendale anche in termini di competenze, controlli interni e compliance. Pone inoltre temi di trattamento contabile degli asset (considerati “intangible” e valutati al costo, quindi con l’obbligatorietà di rendicontare eventuali decrementi di valore ma non il contrario). Essendo un investimento molto volatile è inevitabile un tema di controllo dei rischi anche a livello di governance aziendale.Non a caso ad oggi le aziende che hanno abilitato il secondo approccio sono soprattutto americane (fornitrici di servizi di cryptovalute o i cui Ceo sono sostenitori di bitcoin).