Secondo “Mind Health Report 2023”, che è stato presentato da AXA l’Italia in Europa è l’ultima nazione a livello di benessere mentale. L’indagine condotta da IPSOS sui temi del benessere e della salute mentale è stata realizzata su un campione di oltre 30mila persone in 16 Paesi del Mondo, tra cui l’Italia. Insieme al Giappone l’Italia presenta la più bassa percentuale di persone che avvertono uno stato di pieno benessere mentale.I soggetti più a rischio sono le donne – complice la disparità di genere avvertita nel quotidiano – e i giovani – che scontano l’effetto di un uso spesso eccessivo di tecnologie e social. Emergono comunque segnali positivi in controtendenza rispetto al 2021: diminuisce lo stigma sull’argomento e cresce la propensione a prendersi cura della propria salute mentale.
Su quali soggetti è stata effettuata l’indagine
Il campione preso in esame comprende un totale di 30.600 persone di età compresa tra i 18 e i 74 anni in 16 Paesi (Italia, Francia, Regno Unito,Germania, Spagna, Irlanda, Belgio, Svizzera, Stati Uniti, Messico, Turchia, Cina, Hong Kong, Giappone, Tailandia, Filippine). L’indice elaborato aveva come obiettivo identificare potenziali situazioni critiche e problemi, così da fornire indicazioni su come migliorare il proprio benessere mentale. Ne è risultato che l’Italia è il Paese la cui popolazione è più colpita sul fronte della salute mentale: solo il 18% del campionedichiara uno stato di pieno benessere(Flourishing), un dato in calo rispetto allo scorso anno (20%). Come noi solo i giapponesi. È lo stress il disturbo mentale più diffuso a livello globale,in Italia è avvertito dal 56% del campione (+8 pp vs 2022).
Il 48% degli italiani si sente solo, il dato peggiore in Europa, mentre incidono sullo stato di salute mentale anche l’impatto negativo della guerra, avvertito dal 52% del campione e l’impatto degli effetti negativi del cambiamento climatico (43%, terzi in Europa).
Non è un paese per giovani (e per donne)
Quello che è emerso dall’analisi che è stata condotta da Axa è che le tematiche del benessere mentale si incrociano anche con quelle della discriminazione, con i problemi generazionali e con il gender gap.
Le maggiori vittime del disagio sono le donne, che riferiscono uno stato peggiore rispetto agli uomini in tutte le fasce d’età. Diversi i fattori che pesano su questo divario, ma il più rilevante è la disparità di genere percepita nella vita quotidiana: oltre il 40% delle donne ha visto mettere in dubbio le proprie capacità per via del gender, 1 su 3 ha ricevuto commenti indesiderati sul proprio genere.
Il disagio mentale è inversamente proporzionale all’età ei giovani risultano i soggetti più a rischio.Pesano l’incertezza sul futuro, la solitudine e l’immagine corporea, ma anche una maggiore sensibilità alla tematica del cambiamento climatico.
Per il 38% dei giovani,inoltre,tecnologia e social media hanno un impatto negativo sul proprio benessere mentale.Tra questi, solo 1 giovane su 12 riporta uno statodi benessere mentale pieno.
Il lavoro non sempre produce benessere mentale
Il quadro si riflette anche sulla percezione del benessere nel luogo di lavoro. L’indagine indaga infatti anche il legame tra il benessere mentale generale e il benessere percepito sul luogo di lavoro inteso come capacità di sentirsi «in flow»:concentrati, produttivi e focalizzati sugli obiettivi professionali.
Solo il 15% del campione dichiara uno stato mentale altamente produttivo. Migliore è lo stato mentale, minore è l’intenzione di cambiare lavoro, la pensa così il 75% del campione, mentre per quanto riguarda i modelli di lavoro, a livello globale, il lavoro ibrido è considerato il migliore in ottica di benessere mentale, anche se molti italiani preferiscono il lavoro da casa (23%).
Non solo ombre sul rapporto tra gli italiani e il benessere: in controtendenza rispetto allo scorso anno, in chiave positiva, diminuisce lo stigma sull’argomento e cresce la propensione a prendersi cura della propria salute mentale.
Sempre più italiani si rivolgono a uno specialista
Oltre il 60% degli italiani si rivolge a medici e specialisti per la diagnosi delle malattie mentali, dato in controtendenza rispetto allo scorso anno, dove l’Italxia era il primo Paese europeo in classifica per numero di persone che avevano sceltola strada dell’autodiagnosi.
Si osserva anche un’apertura, sotto forma di supporto, all’uso degli strumenti digitali, accolti positivamentedal 31% degli intervistati.
Su questi temi, AXA Italia è in prima linea su unastrategia complessiva che vede protagoniste le persone e il loro benessere psicofisico, attraverso iniziative concrete e distintive sul mercato.
Cosa fa Axa per sostenere clienti e lavoratori
Per i clienti Axa mette a disposizione: supporto psicologico per urgenze h24; supporto dedicato per le partorienti per informazioni mediche, sulla maternità o per la ricerca di un supporto psicologico privato; possibilità di accedere ad un servizio di psicologia online, a seguito di eventi traumatici (es. diagnosi malattie gravi, stress da terremoti, incidenti gravi, …), in videochiamata, grazie alla recente collaborazione con Unobravo; “second opinion” su patologie psicologiche per ricevere eventuali indicazioni diagnostiche o terapeutiche suppletive; rimborso delle consulenze psicologiche consigliate a seguito di ricovero per neoplasia maligna. Per i propri dipendenti sono previste iniziative di awareness (webinar informativi regolari, formazione dei manager) sono mirate al superamento dello stigma sul tema della salute mentale. Dal 2019, il servizio di counselling on line per accompagnare le persone nel gestire situazioni di stress o ansia, anche nella sfera privata, è stato rafforzato con session di counselling direttamente in azienda.