Economy magazine

“La Bce ha preparato diverse stime sull’impatto della crisi Coronavirus sull’economia dell’Eurozona ma alla fine è probabile che la perdità di Pil complessiva “sarà tra lo scenario medio e quello severo, ovvero fra l’8 e il 12%. Quindi stiamo parlando del doppio di quella registrata” nella grande crisi finanziaria scoppiata nel 2008.

Il Financial Stability Review dell’istituto guidato da Lagarde parla di fragilità dei fondi di investimento e di debolezza dei business degli istituti di credito

Lo ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, durante il European Youth Event. L’incontro, che si svolge ogni due anni a Strasburgo, è avvenuto stamattina in videoconferenza. Per la presidente, l’esito di questa crisi “dipende dalla velocità di rimozione del lockdown, dalla ripresa, dai danni subiti dai diversi settori, e dallo stato di salute dei Paesi più colpiti”. 

La risposta di Lagarde ai ragazzi che le hanno chiesto se ci siano rischi per il debito pubblico dei Paesi, è stata netta: “No”. Tutti i paesi, e non solo nell’Eurozona, hanno dovuto rispondere alla crisi aumentando il debito” ha ammesso,”ma è stata la cosa giusta da fare”. Davanti a queste circostanze “vanno prese misure di bilancio, qualunque cosa accada” osserva, ricordando come l’impatto è comunque ridotto dal fatto che “i tassi nell’Eurozona sono notevolmente bassi”. Peraltro questi interventi possono essere utili, ha concluso, “se il debito è speso per trasformare le nostre economie e renderle più efficienti e produttive”.

Ma qualche timore sulla tenuta dell’Unione in relazione alla crescita del debito sovrano, la Banca Centrale Europea la ha espresse  nel suo Financial Stability Review di maggio. Tanto da parlare di probabile “rischio di ridenominazione” dell’Europa politica, con la potenziale fuoriuscita di alcuni suoi membri. L’ipotesi potrebbe essere prezzata concretamente dai mercati finanziari nel caso in cui le misure fiscali e dei finanziamenti all’economia reale non dovessero garantire la sostenibiltà del debito pubblico.

Nel documento, l’Eurotower sottolinea anche la fragilità dei fondi di investimento e la debolezza dei business degli istituti di credito. “Misure politiche ad ampio raggio hanno evitato un tracollo finanziario”, dichiarava ieri Luis Guindos, vicepresidente della banca centrale che chiede di affrontare gli impatti a medio termine su banche e finanza pubblica. Condizione necessaria perchè il sistema “possa continuare a sostenere la ripresa”.

Al catastrofico scenario elaborato da Francoforte segue la previsione, inserita nel Recovery Fund (oggi al primo banco di prova del Parlamento europeo), di 172,7 miliardi di euro destinati all’Italia. La fetta più grossa