Barberino's, la miglior medicina contro la crisi arriva dal crowdfunding

Domanda: come far fronte alla pandemia se si è un negozio di barbiere? Come riuscire a reggere se tra marzo e maggio 2020 tutti i punti vendita sono stati chiusi? Barberino’s ha provato a dare una soluzione. Partendo da alcune problematiche e proponendo soluzioni innovative. Prima di tutto: i soldi. Per quanto concerne i ristori, la catena di barbieri ha ricevuto il 60% di credito d’imposta per l’affitto del locale per i mesi di marzo, aprile e maggio e un ristoro pari al 10% del fatturato perso per il solo mesi di aprile 2020.

Inoltre, la cassa integrazione per i dipendenti continua a scontare notevoli ritardi nell’erogazione. Senza contare tutti gli altri costi, cosiddetti ancillari, come assicurazioni, costi fissi, utenze e via dicendo. Infine, i negozi al momento possono restare aperti, ma il nuovo lockdown di novembre aveva fatto comunque calare del 50% le presenze in negozio. E anche ora il flusso dei clienti risulta diminuito rispetto a quello normale. 

Trovati i problemi, servivano le soluzioni. Prima di tutto, nel limite delle possibilità, Barberino’s ha cercato di anticipare la cassa integrazione a chi tra i dipendenti ne aveva veramente bisogno e rinegoziato gli affitti dei negozi con quasi tutti gli affittuari. Nel 2020, inoltre, sono stati aperti tre nuovi punti vendita che hanno portato l’assunzione di 10 persone. È stata anche conclusa una campagna di equity crowdfunding da 1,25 milioni di euro (sottoscritta da investitori qualificati ma soprattutto da gran parte della community tra cui fornitori, dipendent e clienti.

Quest’anno è stata perfezionata un’ulteriore apertura, questa volta a Torino, a cui hanno contribuito gli stessi clienti attraverso l’acquisto di e-voucher. Un sistema che era stato già adottato nei mesi del lockdown, quando vennero acquistati vari tagliandi elettronici, senza sapere quando sarebbero stati impiegati. La community che si sostituisce allo Stato? Forse è eccessivo da dire, ma certo è che il senso di appartenenza è stato talmente forte da sopperire alle mancanze. 

“Siamo molto orgogliosi di iniziare l’anno con la nostra decima apertura, per di più in una nuova città che sentiamo molto vicina alla nostra filosofia: sempre in movimento, proiettata nel futuro, ma con salde radici nel passato e dove il lusso non è mai urlato, ma vissuto con eleganza e discrezione”, affermano Michele Callegari e Niccolò Bencini di Barberino’s. “Il nostro obiettivo è creare un brand dalla forte identità Italiana che possa diventare il riferimento per il grooming maschile nel mondo. Sbarcare a Torino, terza più grande città del nostro paese e prima capitale d’Italia, è un ulteriore passo avanti in questo percorso”. 

Anche lo shop di Torino, infine, sposerà l’iniziativa dei “servizi sospesi” dedicati a tutti coloro che hanno combattuto in prima linea la lotta contro il Coronavirus. Barberino’s, infatti, metterà a disposizione, in omaggio, 1.000 tagli di capelli e 1.000 rasature o regolazioni della barba con panni caldi a medici, infermieri e operatori sanitari che operano nella provincia. Prenotando il trattamento preferito – telefonicamente o tramite app su smartphone – e semplicemente mostrando il proprio tesserino in negozio, gli operatori sanitari saranno ospiti degli esperti barbieri di Barberino’s. Le donne potranno cedere il tesserino al proprio partner. L’iniziativa, soltanto su Torino, vale in totale 55.000 euro: 30.000 euro “sospesi” per i tagli di capelli e 25.000 euro per rasature e regolazioni barba.