Ennio Doris lascia il gruppo Mediolanum che ha fondato nelle mani del figlio Massimo. In un’intervista al Corriere della Sera Doris ha affermato: «Ho 81 anni. Un’azienda delle dimensioni di Banca Mediolanum richiede molte attenzioni. Da presidente onorario potrò essere ancora utile, facendo le cose che mi piacciono di più e dedicandomi anche alla famiglia. Sono stato fortunato: non si trova spesso un padre a cui succede un figlio con le medesime caratteristiche. A me è successo, come a Maldini, a Mazzola. E questo mi lascia tranquillo». A proposito del suo lascito, Doris ha osservato: «Ho la convinzione di aver cambiato l’approccio degli italiani verso il risparmio. Abbiamo dato loro una nuova consapevolezza e siamo stati capaci di rispondere alle esigenze delle persone: un conto corrente, degli investimenti, molta protezione del patrimonio. Un rapporto capace di durare nel tempo. E questo grazie al fatto che Mediolanum è una banca sana, con dei principi». Un riferimento anche ai Pir, ultimo grande cavallo di battaglia: «L’Italia ha scontato delle decisioni politiche negative. Per 50 anni l’investimento azionario è stato penalizzato. Abbiamo perso grandi opportunità con le pmi. C’è voluto Renzi, nel 2017, per dare vita ai Pir. Pensate a quanto sostiene il Nobel per l’Economia Daniel Kahneman, all’impatto dell’emotività sugli investimenti. I piani di accumulo sono uno strumento straordinario: combattono l’emotività».
Banca Mediolanum, Ennio Doris lascia e passa il timone al figlio Massimo
Sarà presidente onorario, in attesa che il consiglio di amministrazione individui, entro fine mese, il prossimo presidente