Stop allo stop alle auto termiche. La messa al bando delle auto inquinanti, che sembrava in dirittura d’arrivo in sede Ue, ha subito una brusca frenata. La Presidenza svedese dell’UnioneEuropea ha deciso di rinviare, sine die, il voto finale sul discusso regolamento che dal 2035vorrebbe vietare la circolazione delle auto non elettriche nei Paesi membri.

Troppi i dubbi e le polemiche intestine alla comunità europea per andare a votare la settimana prossima in Consiglio, così come era previsto in origine. A suggerire il rinvio in data da destinarsi è stata la nascita di blocchi contrapposti rispetto all’idea di dare il benservito alle vetture termiche tra 12 anni e l’ipotesi molto prossima di una bocciatura del testo legislativo su cui si sarebbe dovuto discutere martedì 7 marzo, dopo l’approvazione del Parlamento in ultima lettura a metà febbraio.

Auto stop benzina e diesel dal 2035? il PPE dice no

«Critico il Partito popolare europeo – scrive il Sole-24 Ore – mentre più aperte sono le associazioni di categoria che a favore dell’auto elettrica hanno già investito molto». Secondo il giornale di Confindustria, a mettersi di traverso sono Italia, Polonia, Bulgaria e probabilmente Germania.

«Da giorni ormai – si legge sul quotidiano economico – il governo Scholz è drammaticamente diviso sulla questione. In dubbio, a questo punto, è il futuro stesso di un provvedimento faro del piano Fit for 55. Il regolamento prevede che dal 2035 non potranno essere messe sul mercato auto dotate di motori che producono emissioni nocive. In Parlamento, avevano votato a favore in modo relativamente compatto verdi, socialisti e liberali, mentre il partito popolare si era spaccato».

È di ieri, infatti, una nota in cui il PPE ha esortato i paesi membri “a votare contro la messa al bando” dei motori inquinanti. E a Berlino hanno tenuto conto del peso che i popolari hanno in Consiglio. Ma la Germania cosa vuole? Secondo il Sole-24 Ore, pretende «rassicurazioni sulla possibilità di usare in futuro carburanti sintetici». E a Bruxelles si sta discutendo su come legiferare in materia. “Siamo impegnati in discussioni e stiamo ascoltando attentamente le preoccupazioni” dei Paesi membri, ha dichiarato la portavoce dell’esecutivo comunitario DanSpinant.

L’Europa dell’auto: garanzie sui carburanti sintetici

Ma qual è a questo punto la posizione dell’industria? Il Sole-24 Ore scrive: «L’associazione europea delle case automobilistiche ACEA ha commentato ieri che “il settoreautomobilistico dell’Ue è inequivocabilmente e pienamente impegnato ad affrontare il cambiamento climatico il più rapidamente possibile, collaborando con tutti i partner (…) Stiamo seguendo con attenzione le discussioni a livello di Consiglio e siamo fiduciosi che il processo legislativo farà il suo corso.

Interpellata a Francoforte, l’associazione che raggruppa le case automobilistiche tedesche (VDA) ha messo l’accento sui carburanti sintetici: «L’Europa può raggiungere ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 solo se segue un percorso aperto a tutte le potenziali tecnologie (…) Il testo del regolamento prevede un chiaro considerando a favore dei carburanti sintetici. Ora la Commissione deve finalmente dare vita a una proposta normativa concreta».

Giorgia Meloni: vittoria italiana

Se il rinvio testimonia i dubbi che serpeggiano dentro l’Europa sulla politica ambientale sempre più rigida dell’Unione soprattutto in conseguenza della guerra in Ucraina e delle ripercussioni sull’economia, in Italia la frenata sulle auto termiche è stata vista come una vittoria italiana. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni ribadendo la posizione del suo governo: «una transizione sostenibile ed equa deve essere pianificata con attenzione per evitare ripercussioni negative sotto l’aspetto produttivo e occupazionale».