Astm spa, il volume d'affari cresce del 19,6%

La holding industriale del gruppo Gavio, Astm spa, operativa nella progettazione e realizzazione di grandi opere infrastrutturali, ha approvato i risultati consolidati del 2018. 

Iscriviti alla newsletter di Intesa Sanpaolo: banner 1000x600

Iscriviti alla newsletter di Intesa Sanpaolo

Iscriviti alla newsletter e ricevi in anteprima l’esclusiva intervista a Jannik Sinner di Lisa Offside con le vostre domande al campione.


Il suo volume d’affari risulta pari a 1.717 milioni di euro (1.436,1 milioni di euro nel 2017) con una crescita complessiva del 19,6% rispetto all’esercizio precedente. 

I ricavi del settore autostradale sono pari a 1.135,1 milioni di euro (1.047,4 milioni di euro nel 2017) e risultano così dettagliati: i ricavi netti da pedaggio, pari a 1.103,3 milioni di euro, sono in crescita di 86 milioni di euro (+8,46%) a seguito dei ricavi della concessionaria Autovia Padana, relativi al periodo marzo-dicembre 2018 (+51,2 milioni); canoni attivi e altri ricavi accessori, pari a 31,8 milioni di euro.

I ricavi del settore costruzioni ammontano a 490,5 milioni di euro con una variazione positiva di 203,6 milioni di euro dovuta sia ad una considerevole crescita dei volumi di attività e sia al consolidamento della produzione del gruppo Halmar, acquisito nel corso del secondo semestre 2017.

Il settore engineering registra ricavi pari a 6,2 milioni di euro; quelli del settore tecnologico, 36,5 milioni di euro. In crescita anche i costi operativi, pari complessivamente a 946,1 milioni di euro, si incrementano di 229,1 milioni di euro principalmente per effetto del consolidamento del gruppo Halmar, nonché per i costi della concessionaria Autovia Padana relativi al periodo marzo-dicembre 2018. 

Per quanto sopra esposto, il margine operativo lordo di Astm è pari a 770,9 milioni di euro ed evidenzia una crescita di 51,8 milioni di euro che riflette le variazioni intervenute nei settori di attività nei quali opera il gruppo. In particolare tale risultato riflette la crescita del margine operativo lordo del settore autostradale (+44,9 milioni di euro), del settore costruzioni (+8,3 milioni di euro) e del settore servizi (+4,9 milioni di euro), cui corrisponde una flessione del settore engineering e del tecnologico. 

La voce componenti non ricorrenti è negativa per 10,1 milioni di euro. Un segno meno dovuto agli oneri di competenza del periodo riconducibili al progetto di riorganizzazione, ottimizzazione delle procedure e di razionalizzazione delle risorse. 

Gli ammortamenti e gli accantonamenti netti sono pari a 323 milioni di euro (333,9 milioni di euro nell’esercizio 2017); la variazione è la risultante di tre elementi: maggiori accantonamenti netti (213,2 milioni) nel fondo di ripristino e sostituzione dei beni gratuitamente reversibili; minori ammortamenti per 17,5 milioni di euro; minori accantonamenti per rischi ed oneri ed altre svalutazioni per 6,5 milioni di euro. 

I proventi finanziari registrano 43,4 milioni di euro con una flessione di 14,1 milioni di euro quale risultante di minori plusvalenze da cessione partecipazioni e interessi attivi da attività finanziarie, parzialmente compensata da maggiori dividendi distribuiti dalle partecipate. 

Gli oneri finanziari, inclusivi degli oneri sui contratti di Interest Rate Swap, evidenziano una flessione di 4,2 milioni di euro, ascrivibile al processo di efficientamento delle risorse finanziarie e delle fonti di finanziamento. La variazione intervenuta negli oneri finanziari capitalizzati è principalmente correlata all’andamento degli investimenti realizzati.

La quota attribuibile ai soci della controllante dell’utile del periodo, al netto delle imposte, risulta pari a 166,5 milioni di euro (149,64 milioni di euro nell’esercizio 2017). 

L’indebitamento finanziario netto rettificato al 31 dicembre 2018 risulta pari a 1.268,8 milioni di euro (1.333,1 milioni di euro al 31 dicembre 2017), ed evidenzia un miglioramento di 64,3 milioni di euro rispetto al dato del 31 dicembre 2017. Tale aspetto assume ancor più rilevanza tenuto conto della corresponsione al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del prezzo della concessione relativa alla tratta Piacenza-Cremona-Brescia, nonché dell’indennizzo da subentro al concessionario uscente per un importo complessivo di circa 301 milioni di euro. 

La variazione intervenuta nell’esercizio è principalmente la risultante otto fattori: pagamento dei dividendi (complessivi 95 milioni di euro); realizzazione di opere incrementative relative all’infrastruttura autostradale del gruppo (148,6 milioni di euro); la sopracitata corresponsione al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del prezzo della concessione relativa alla tratta Piacenza-Cremona-Brescia, nonché dell’indennizzo da subentro al concessionario uscente per un importo complessivo di circa 301 milioni di euro; la realizzazione di altre opere materiali e immateriali (28,8 milioni di euro); l’acquisto di partecipazioni, minorities e sottoscrizione di fondi di investimento (51,1 milioni di euro); l’acquisto di azioni proprie al netto delle cessioni (19,4 milioni di euro); il pagamento delle rate in scadenza del debito verso l’Anas-Fondo Centrale di Garanzia (11,9 milioni di euro); indebitamento per l’acquisto ed il consolidamento/fusione di Sea spa e Intestrade spa (8,5 milioni di euro).
 
A tali esborsi si contrappongono: il cash flow operativo (pari a 593,5 milioni di euro); la liquidità riveniente dalla cessione della quota parte della partecipazione detenuta in Autovia Padana e di altre partecipazioni (pari a 86,4 milioni di euro) e la variazione del capitale circolante netto ed altre variazioni minori (pari a 2,5 milioni di euro). 
 
L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2018 include, inoltre, il differenziale positivo maturato nell’esercizio (pari a 19,4 milioni di euro), relativo al fair value dei contratti di Iri

I crediti finanziari non correnti includono: i crediti pari a 117,5 milioni di euro al valore di subentro per la tratta A21 Torino-Piacenza la cui concessione è scaduta il 30 giugno 2017, 17,2 milioni di euro relativi a fondi di investimento sottoscritti quale investimento della liquidità; nonché 2,3 milioni di euro che rappresentano (così come previsto dall’Interpretazione Ifric 12) l’importo attualizzato della quota a medio-lungo termine dei flussi di cassa relativi al minimo garantito dal concedente. 

La riduzione intervenuta nel “valore attualizzato del debito vs. l’Anas-Fondo Centrale di Garanzia”, pari a 3,4 milioni di euro, è la risultante del pagamento delle rate in scadenza (pari a 11,9 milioni di euro) e dell’accertamento degli oneri relativi all’attualizzazione del debito stesso (8,5 milioni di euro). 

Le risorse finanziarie disponibili al 31 dicembre 2018 risultano pari a 2.798 milioni di euro. 

Il conto economico della capogruppo riflette, per il tramite delle poste in esso contenute, l’attività di holding industriale che la stessa svolge; in particolare, i proventi da partecipazioni sono ascrivibili ai dividendi ed agli acconti sugli stessi, incassati, nel corso del 2018, principalmente dalla Sias spa (51,2 milioni di euro) e dalla Sina spa (4,1 milioni di euro). 

L’utile consuntivato nell’esercizio 2018 è pari a 48,7 milioni di euro mentre l’indebitamento finanziario netto della società al 31 dicembre 2018 risulta pari a 55 milioni di euro (28,9 milioni di euro al 31 dicembre 2017).