Truffa diamanti. Associazioni: subito rimborsi ai cittadini

Il mondo delle associazioni di categoria del settore è sul piede di guerra. Codacons, Federconsumatori e Aduc chiedono il rimborso immediato dei cittadini investitori, vittime della presunta truffa nel commercio di diamanti che ha portato ieri al sequestro dei 700 milioni di euro da parte della Guardia di Finanza. L’operazione eseguita su input del gip Natalia Imarisio e dal pm Riccardo Targetti della Procura di Milano ha interessato le banche Bpm, Banca Aletti, Unicredit, Intesa e Mps e le società Intermarket diamond business spa e Diamond Private Investment spa. 

Anna D’Antuono avvocato e consulente di Aduc non usa giri di parole: ”I sequestri per 700 milioni disposti ieri dalla Procura di Milano nell’ambito delle indagini per truffa, riciclaggio ed altro costituiscono l’ultimo evento riguardante la nota vicenda dei diamanti venduti tramite il canale bancario. I dilatori e inconsistenti tavoli di conciliazione che ci sono stati non hanno portato a nulla se non a far guadagnare tempo alle banche”, dichiara D’Antuono che aggiunge: ”Ostinarsi nella decisione di non rimborsare i clienti a questo punto non avrà solo un costo in termini di credibilità, ma potrebbe portare ad un esborso maggiore”. 

Federconsumatori le fa eco. ”Riteniamo opportuno ribadire che, nonostante lo svolgimento dell’indagine, gli istituti di credito non possono sottrarsi agli impegni assunti con le sssociazioni dei consumatori per il ristoro dei risparmiatori truffati. Per questo chiediamo alle banche di liquidare tutti i risparmiatori che hanno titoli di possesso pur non avendo disponibilità del bene, perché sequestrato, nonché di surrogare i cittadini coinvolti. Per le banche che, come Monte dei Paschi di Siena, non hanno mai risposto alle molteplici richieste di incontro con le associazioni per la conclusione di protocolli di conciliazione, è giunto con urgenza il momento di attivarsi per indennizzare in modo adeguato gli aventi diritto. La Federconsumatori è pronta ad assumere tutte le iniziative necessarie per accelerare la restituzione delle pietre ai risparmiatori truffati”.

In tarda mattinata arriva la reazione di uno degli istituti coinvolti, Mps: “Noi ci siamo difesi davanti all’Antitrust, siamo stati sanzionati e non abbiamo impugnato la decisione dell’autorità. Adesso stiamo leggendo le carte, siamo già partiti da mesi con il rimborso anche se forse la stampa non se n’è accorta e nemmeno qualche associazione di consumatori, e rimborsiamo al 100% i consumatori”. Queste le parole che Stefania Bariatti, presidente dell’istituto di credito, ha usato a margine dell’esecutivo Abi, a proposito dei sequestridi ieri. “Quindi”, aggiunge, “continuiamo in questo rimborso” e sulle possibili accuse a carico della banca, “leggiamo le carte e vediamo cosa ci viene notificato”.

Al coro che chiede rimborsi immediati, si aggiunge anche Codacons che già nel 2017, attraverso un esposto all’Antitrust, fece elevare una multa per più di 15 milioni di euro nei confronti di due società venditrici di diamanti e quattro banche per aver venduto le pietre a prezzi gonfiati. ”Al di là delle singole responsabilità che saranno accertate dalla magistratura, tutti coloro che hanno investito i propri risparmi nell’acquisto dei diamanti oggetto di inchiesta da parte della Procura di Milano devono avere indietro quanto pagato. Se ciò non avverrà”, continua l’associazione, “sarà inevitabile una pioggia di azioni risarcitorie nelle aule di giustizia, di cui il Codacons si farà promotore in tutta Italia”. Codancons chiede anche un incontro con le banche coinvolte “al fine di studiare i meccanismi di rimborso in favore degli investitori” e invita i cittadini interessati ad inviare una mail all’indirizzo info@codacons.it”.

Interviene anche Federpreziosi Confcomercio: “L’avevamo detto ma è stato necessario l’intervento della Procura per dare il via a provedimenti che porteranno a positive soluzioni per le migliaia di risparmiatori, tra cui anche nomi noti che danno ancora maggiore risalto alla notizia (come quello di Vasco Rossi che nelle pietre incriminate ha investito 2,5 milioni di euro, ndr.)”.