All’Expo di Dubai il David di Michelangelo lotterà contro il Golia del coronavirus

Una riproduzione ad altissima tecnologia del David di Michelangelo in scala 1:1 campeggerà al centro del Padiglione dell’Italia a Expo 2020 Dubai, il cui avvio è stato posticipato di un anno all’ottobre del 2021 a causa della pandemia. «È il nostro flagship project, il progetto più importante» dice il commissario generale di sezione per l’Italia a Expo Dubai, Paolo Glisenti, «perché rappresenta la connessione tra memoria e futuro, tra storia e innovazione. Il titolo del padiglione è “La bellezza unisce le persone”, e il David è un’icona del bene, del giusto, del vero contro il male». Per realizzare la copia del David saranno utilizzati tecnologie e strumenti avanzatissimi dell’industria aeronautica. «Industria 4.0 ha tra le sue parole chiave “gemello digitale”» spiega la professoressa Grazia Tucci dell’università di Firenze, «il primo passo sarà creare una riproduzione virtuale scientificamente e metricamente attendibile, che potrà essere archiviata per tutti gli studi futuri. Dopo una fase importante di rielaborazione dei dati sarà avviata la riproduzione». La tecnica scelta è quella del processo di stampa additivo, che utilizza grandi stampanti 3D. «È una strumentazione che non è mai stata utilizzata per riprodurre sculture di queste dimensioni» spiega la prof. Tucci, «con le tecniche additive bisognerà frammentarla in diversi pezzi». La Tucci ha dato a Economy qualche elemento in più: «Per fare il gemello digitale useremo laser-scanner e fotogrammetria» ci ha specificato, «una stampante 3D molto grande ci permetterà di dividere la scultura in 3-4 pezzi al massimo. Utilizzeremo materiali plastici, in particolare stiamo facendo dei test con plastica riciclata. Per quanto riguarda i tempi, mentre per fare il modello digitale basteranno un paio di mesi, per la riproduzione ci vorrà più tempo, anche perché le macchine che utilizzeremo hanno un carico di lavoro, dovremo bloccare un flusso produttivo». Nel progetto del David a Expo 2020 Dubai, insomma, storia dell’arte e impresa italiane si incontrano. «Il significato di questa operazione» insiste il commissario Glisenti, «destinata a portare nel mondo l’anima dell’Italia, di Firenze e delle nostre città d’arte, è quello di presentare ai visitatori di Expo Dubai le competenze multidisciplinari della cultura digitale, legata alla digitalizzazione e all’intelligenza collettiva resa possibile dal riuso dell’informazione. Un processo corale, multidisciplinare, inclusivo». «Come Galleria dell’Accademia di Firenze» gli fa eco il direttore della Galleria dell’Accademia Cecilie Hollberg, «siamo felici di partecipare, sotto l’egida del Commissariato Italiano per Expo 2020 Dubai, a questo progetto così innovativo, il primo di riproduzione ad altissima tecnologia del David di Michelangelo. Il David sarà il protagonista del Padiglione Italia della prossima Esposizione Universale, icona di bellezza e perfezione rappresenterà non solo l’arte italiana, la sua figura sarà soprattutto portatrice di un importante messaggio positivo di rinascita, di speranza e di coraggio: al centro del padiglione ci poteva stare solo lui e nessun altro». A guardarlo ora, il messaggio senza tempo del David con la fionda in mano sembra chiaro: il Golia Coronavirus è una brutta bestia, ma non avrà scampo.