Non passerà ancora a lungo sotto silenzio il successo strepitoso di un’iniziativa apparentemente “tecnica” ma indicativa, invece, di un’intuizione politico-antropologica non banale sullo “spirito imprenditoriale” del nostro Paese. Stiamo parlando del Fondo 394 per l’internazionalizzazione delle imprese affidato dal governo alla Simest, la società presieduta da Pasquale Salzano e guidata da Regina Corradini D’Arienzo. Un fondo di 4 miliardi di euro, mai visto prima. Che nei primi due giorni di apertura delle richieste presentabili da parte delle imprese ha raccolto 2 mila domande per un ammontare virtuale di 1,5 miliardi di risorse. Ovviamente l’iter di assegnazione prevede dei filtri, ma è la funzionalità dello strumento e della procedura a colpire. Si parla di un finanziamento a 6 anni, con un possibile 10% a fondo perduto (per determinate categorie di Pmi) e un tassobassissimo, fino allo 0,464% .

Entrando sul portale si viene guidati con chiarezza nelle varie, semplici procedure da seguire. Alla fin fine basta una Pec…

Ecco, sembra essere questo il modello nuovo, e vincente, dell’intervento sanamente promozionale dello Stato sul sistema economico: dare spazio e risorse alle imprese intraprendenti. Che in effetti hanno concentrato le loro richieste (le prime analizzate) sulla transizione digitale e il rafforzamento patrimoniale, sacrosanti obiettivi.

Poi c’è da dire che se lo strumento è efficace, il canale è efficiente. Perché la scommessa di puntare sulla Simest – che anche in passato, nel suo piccolo d’allora, aveva dato sempre buona prova – si sta rivelando vincente, grazie anche a un tandem di vertice dal buon affiatamento e dalla forte concretezza. Valida la formula, speriamo che si replichi.spesso.