Il problema del governo Meloni, ma anche la sua colpa, non è non avere denari da spendere per una legge di Bilancio 2024 che sia decorosa e permetta di mantenere una parte soddisfacente delle infinite promesse di spesa fatte in campagna elettorale. Il problema e la colpa – che peraltro tecnicamente non riguarda il governo ma i partiti che lo sostengono – è piuttosto quello di aver fatto troppe promesse per vincere le elezioni, ricalcando le orme delle promesse grilline e piddine fatte nel 2018. Sapendo perfettamente che – non per responsabilità sua, sia chiaro: almeno di questo il governo Meloni non può essere incolpato – soldi per mantenere quelle promesse non ce ne sono.
L’altro torto operativo, forse il più grave, è quello di non aver mantenuto davvero nessuno degli impegni sulle riorganizzazioni a costo zero della macchina statale che sarebbero state necessarie per spendere rapidamente quella parte di soldi del Pnrr già incassata, trasformando così un introito di cassa che per due terzi va messo in bilancio alla voce “debiti” e solo per un terzo no, in un addendo al Pil.
Serviva qualche spallata “di destra” ai disservizi endemici che rendono pressochè impossibile qualsiasi pratica. Bisognava appunto dare spallate – senza cerimonie, senza deroghe, senza imbarazzi – a tutto quello che non funziona nella pubblica amministrazione. Ma è difficilissimo darle: perché paradossalmente sarebbe proprio la pubblica amministrazione, colpevole di ritardi e disservizi, a dover scrivere e poi applicare contro se stessa le norme semplificatorie (appunto le spallate) che ne comprimerebbero e spesso eliminerebbero il ruolo, perché è solo un ruolo di interdizione: e figuriamoci se la burocrazia fa qualcosa contro se stessa! Come se i capponi votassero a favore dell’anticipo del Natale, per citare una storica battuta di Giulio Tremonti.
Dunque ci risiamo: il nostro enorme debito pubblico – che l’anno prossimo ovviamente calerà pochissimo, appena lo 0,1% del Pil – ci costa uno sproposito grazie alla Bce che ha aumentato i tassi e non accenna a ridurli nonostante l’inflazione europea sia da offerta e non da domanda. La sventolata lotta all’evasione fiscale porta risultati col contagocce perché nella pratica reale quotidiana, ed al di là delle chiacchiere, l’Agenzia delle Entrate non fa che cercare di spremere sempre più soldi dai contribuenti già noti, ligi e aggredibili, senza avere né la voglia né le capacità né i poteri per stanare gli evasori veri, imprese e cittadini. Per cui il lieve miglioramento del gettito sull’evasione presunta va ricondotto solo alla fatturazione elettronica ed alla diffusione dei pagamenti elettronici che fanno riemergere qualcosina, ma poca roba.
E dunque, chi paga il resto? I salari crollati, chi li rialzerà? Le pensioni a rischio di crac da denatalità chi le finanzierà? La sanità sempre meno efficiente in Europa, chi la curerà?
E’ verosimile che non possa essere nessuno di questi soggetti che per farsi eleggere ogni 3, 4 o 5 anni mistificano la situazione delicatissima della finanza pubblica e della pubblica amministrazione. Prendono sostanzialmente voti di scambio a fronte di promesse non mantenibili e poi, fatalmente, deludono i loro elettori, che al turno successivi se ne vanno in massa da qualche altra parte o si rifugiano nel non-voto.
In questo modo si vilipende la democrazia, e non ci si deve meravigliare se poi la gente non crede più nella politica, ed anzi l’astensionismo va considerato una reazione ancora timida e garbata rispetto al rischio della disperazione che potrebbe prendere le fasce più fragili se iniziassero a capire fino in fondo quanto vengono tradite dalla politica e indurle a comportamenti eversivi. Ricordiamoci la Catalogna, una regione spagnola così simile ad alcune nostre terre, ricordiamoci i cortei violenti, gli spari e i morti. Oggi sembra tutto rientrato ma il fuoco cova sotto una cenere che non è così diversa da quella nostra. E i weekend dei gilet gialli a Parigi? Lo Stato francese, più forte e meno politicamente corretto (e flaccido) del nostro li ha repressi a mazzate, ma mica ne ha guarito le cause profonde.
Da noi per ora non c’è stata violenza di massa. Ma non si deve giocare con le speranze e i bisogni della gente, coprendoli di promesse mendaci. Prima o poi il conto arriva. E arriva salatissimo per tutti i millantatori.