Aifi: recepite le richieste su Pir e proroga del fundraising nel Dl Agosto

Il DL Agosto ha recepito alcune richieste portate avanti dall’associazione negli ultimi mesi. All’art. 68 è stato raddoppiato da 150.000 a 300.000 euro il limite di investimento annuo che può essere impiegato dall’investitore in un PIR alternativo. Tale modifica amplia le potenzialità dello strumento, già promosso dall’associazione e introdotto dal DL Rilancio, rendendo ancor più compatibile la soglia di versamento nel PIR con l’ammontare richiamato annualmente dai fondi di private capital; è confermato l’impegno finanziario massimo, fissato pari a 1,5 milioni di euro. Sappiamo che il mercato è in fermento e molti nuovi progetti, soprattutto nella veste di ELTIF, sono in fase di strutturazione. Proprio agli ELTIF, tema caldo per AIFI, sarà dedicato un evento in programma per il prossimo autunno. Sempre il DL Agosto contiene, all’art. 71, un’altra disposizione fortemente richiesta da AIFI, cioè la possibilità per il gestore, al fine del completamento della raccolta del patrimonio dei FIA riservati, di usufruire di una proroga ex lege del periodo di sottoscrizione fino ad ulteriori tre mesi (entro il 31 dicembre 2020). Ciò consente alle società di gestione del risparmio di disporre del tempo di cui non hanno potuto beneficiare appieno nel periodo emergenziale per raccogliere le sottoscrizioni, così da raggiungere gli obiettivi di maggiore diversificazione di portafoglio e maggiori risorse finanziarie a disposizione delle imprese del nostro Paese. Inoltre, lo stesso decreto, all’art. 62, estende gli aiuti previsti dal decreto Rilancio (artt. da 54 a 60) anche alle piccole e piccolissime imprese, recependo quanto stabilito dalla Commissione europea, su spinta di AIFI insieme ad Invest Europe, nel terzo intervento emendativo al temporary framework, con riferimento al tema delle imprese in difficoltà. Si tratta di un passo in avanti per evitare che le imprese in portafoglio dei fondi, soprattutto quelle in fase di crescita e sviluppo, vengano considerate come imprese in difficoltà rischiando, di conseguenza, di essere escluse dai vari programmi pubblici di sostegno. Ora la richiesta alla Commissione è di rendere permanenti tali modifiche.