Se non leggessimo più l’Eneide perderemmo il contatto non solo con il mondo romano, ma anche con ciò che è venuto dopo. Perdere Virgilio, ci avvisava così in un suo libro Maurizio Bettini, significa perdere anche Dante e … gli altri. Inseguendo unicamente la strada dei “saperi spendibili”, inseguendo il “mercato”, in una parola, lasceremmo indietro la Cultura, quella che serve a donne ed uomini interessati a vivere una vita degna di essere vissuta, quella cultura che – per dirla con Salvemini – è la somma di tutte quelle cognizioni che non rispondono a nessuno scopo pratico… il superfluo indispensabile.
Ed è proprio in ossequio a questo “superfluo indispensabile”, contestualizzato in una Roma che reca stratificato ogni inizio e ogni fine della storia delle storie del mondo, che sono stati immaginati – per Domenica 11 Aprile, Venerdì 23 Aprile e Domenica 9 Maggio 2021 – i tre percorsi nel cuore di Roma antica guidati dall’Archeologo Raffaele Palma, che costituiscono la Manifestazione, che ha l’obiettivo di far scoprire i luoghi dove il connubio tra storia e mito, patrimonio letterario e testimonianze archeologiche, hanno affascinato prima di noi generazioni su generazioni. Nel poema epico di Virgilio vengono narrati scenari e personaggi eroici, capostipiti di genti e protagonisti della fondazione dell’Urbe: dalle tormentate peregrinazioni di Enea alle imprese di Romolo, il primo re, si dipana un filo ininterrotto che arriva fino al “rivoluzionario” programma ideologico del primo imperatore, Cesare Augusto. I percorsi uniranno la narrazione suggestiva delle diverse tradizioni mitologiche alla lettura di passi selezionati delle fonti antiche, con la descrizione delle “magnifiche rovine” di una potente città che fu l’epicentro di un immenso Impero.
“La Cultura in Cammino: la Rotta di Enea a Roma” – https://www.happening-cult.com/event/la-cultura-in-cammino-la-rotta-di-enea-a-roma/ – con l’organizzazione di Happening Cult, associazione culturale romana di Antonio Ricciardi, Viviana Saraceni e Diana Daneluz, è a sua volta un’importante tappa del più articolato percorso avviato dall’Associazione Aeneas Route per ottenere all’itinerario culturale europeo Rotta di Enea il riconoscimento di “Itinerario Culturale certificato dal Consiglio d’Europa”. Selezionato per la fase finale di valutazione, il procedimento si concluderà a fine aprile. L’Associazione Rotta di Enea, anch’essa con sede in Roma, è lo strumento operativo previsto per la candidatura e richiesto dall’Istituto per gli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa. Così il suo presidente, l’architetto Giovanni Cafiero: “Con il progetto di itinerario culturale europeo Rotta di Enea candidato per un riconoscimento del Consiglio d’Europa, al pari dei noti Cammini di Santiago e della Via Francigena, intendiamo affermare le radici Mediterranee dell’Europa e l’insieme dei valori di accoglienza, devozione e solidarietà tra le generazioni rappresentate dal mito di Enea. L’Enea virgiliano ci trasmette i paradigmi della mescolanza e dell’inclusione contro i pericoli dei principi di eughenia e autoctonia che hanno portato alle tragedie del ‘900; del viaggio come occasione di incontro nel mondo portando con sé le proprie radici, superando le ideologiche contrapposizioni tra locale e globale; della centralità della natura e del paesaggio come mondo magico in cui risiede la divinità e in cui si rispecchia l’uomo, da preservare per il futuro; della riconciliazione possibile dopo le tante guerre e gli incendi di Troia che continuiamo a vedere nel Mediterraneo e nel Mondo. La “resilienza” di Enea è estremamente attuale alla luce della crisi pandemica che stiamo affrontando: ci mostra che è possibile superare esperienze e perdite dolorose nel viaggio della vita, con la capacità di ripartire che ci viene dalla necessità di compiere la missione ad ognuno di noi affidata: di onorare i nostri valori, la nostra città ed essere linea di continuità tra le generazioni”.
Pionieri di questo passaggio romano della Rotta di Enea saranno coloro che si iscriveranno, per il tramite della Happening Cult, alla Manifestazione, sia che seguano tutti e tre gli itinerari sia uno solo di essi, i quali riceveranno per tempo materiali iconografici e documentali predisposti da due archeologi dell’Associazione La Rotta di Enea, Nicoletta Cassieri e Raffaele Palma, così che possano realmente appropriarsi, ancora prima di percorrerli, della ricchezza degli itinerari stessi dal punto di vista storico-geografico e dei rimandi al poema virgiliano, per approfondire con cognizione di causa il patrimonio culturale visibile a Roma più direttamente collegato al racconto del Mito di Enea nella storia. In considerazione delle date di svolgimento della manifestazione, “La Cultura in cammino: la Rotta di Enea a Roma” potrebbe anche inquadrarsi come una sorta di preparazione culturale alla celebrazione del Natale di Roma.
Tre percorsi densi di storia
Il primo prende avvio dal fiume Tevere, protagonista del mito e della storia di Roma ancora prima della sua fondazione. Linea di confine naturale tra il territorio degli Etruschi, sponda destra, e quello dei Latini e Sabini, sponda sinistra, costituisce fin dall’età arcaica luogo di scambi tra genti e culture diverse, trovando nell’isola Tiberina il guado più agevole. Attraverso il ponte Fabricio si giungerà all’odierna piazza Bocca della Verità. Dove ora sorge la chiesa di Santa Maria in Cosmedin, un tempo l’Ara Massima di Ercole rievocava la leggenda dell’eroe greco contro il gigante Caco, e del re Evandro. Questa zona strategica a ridosso del porto fluviale era il “polo commerciale” della futura città con il Foro Boario e il Foro Olitorio, aree di mercato per la vendita del bestiame e delle erbe. Quest’ultimo, coincidente in gran parte con l’area sacra di Sant’ Omobono, ospitava i templi della Fortuna e della Mater Matuta. Il percorso procederà poi verso il Campidoglio, luogo di venerazione divina già prima di Roma e sede del più grande tempio dell’epoca regia dedicato a Giove Ottimo Massimo (Capitolium). Risalendo dalla Rupe Tarpea si ripercorreranno le vicende che videro gli uomini di Romolo affrontare le schiere sabine di Tito Tazio a seguito del celebre Ratto, e si giunge alla piazza del Campidoglio, dove fu l’Asylum Romuli, per guadagnare infine la magnifica vista del Foro Romano dalla terrazza posta tra il carcere Mamertino e la chiesa di Santa Martina.
Heu, miserande puer, si qua fata aspera rumpas, tu Marcellus eris: sono le parole pronunciate da Anchise (Virgilio, Eneide, VI, 883) nel mostrare al figlio Enea, disceso negli inferi, tra i suoi discendenti, il giovane Marcello, figlio di Ottavia, sorella di Augusto, ed erede designato alla successione: dopo la sua morte prematura, a lui sarà dedicato il teatro di cui oggi possiamo apprezzare i cospicui resti. Il secondo itinerario si snoda lungo gli edifici monumentali che fanno parte del sistema di valori introdotti dalla volontà del Principe e che costituiscono lo sfondo della vita e dell’attività poetica di Virgilio che ne restituisce pienamente lo spirito. Essi contribuirono a cambiare il volto di Roma sicché, a ragione, Augusto poté affermare nelle Res Gestae di aver trasformato una città di mattoni in una città di marmo. Dal tempio di Apollo in Circo Flaminio, ricostruito ad opera di Gaio Sosio (e pertanto detto di Apollo Sosiano), prima avversario di Ottaviano e poi suo fedele sostenitore, e dal Portico di Ottavia, testimonianze del grandioso rinnovamento urbanistico che investe Roma tra la metà del I sec. a.C. e il I sec. d.C., attraverso le vie medievali, si giunge alle pendici del Campidoglio e ai Fori di Cesare e di Augusto: quest’ultimo, deciso prima della battaglia di Filippi, fu il “palcoscenico della famiglia Giulia” teso a glorificare l’imperatore soprattutto negli aspetti militari e trionfali.
L’ultimo dei percorsi, per ora perché quello sullo sfondo del colle Palatino non è consentito per via di alcune restrizioni dovute all’emergenza epidemiologica, si sviluppa all’interno del Campo Marzio settentrionale, che ospita monumenti-simbolo del programma politico e culturale di Augusto sia nel campo dell’edilizia pubblica sia in quella privata. Qui è evidente la sovrapposizione delle tante fasi storiche succedutesi nella vita millenaria della città arrivando fino all’età contemporanea. L’edificio dell’Ara Pacis, consacrato nel 9 a.C, e l’antistante meridiana (Horologium Augusti) – il cui gnomone era un obelisco egiziano del faraone Psammetico II (VI sec.a.C.) proveniente da Heliopolis – , eretti da Augusto accanto alla via Flaminia in prossimità della linea sacra del pomerio, hanno trovato nuove collocazioni, adattandosi al moderno assetto urbano, l’una in una teca sul Lungotevere e l’altro in piazza Montecitorio. Nel luogo originario del grande altare già nel III sec.d.C. sorse “l’isolato (insula) in Lucina”, destinato ad abitazioni e attività commerciali, mentre nel ‘500 furono scoperti i primi blocchi con la straordinaria decorazione scolpita il cui parziale recupero si concluse solo con gli scavi del 1937-38. Nelle vicinanze sorge il grandioso Mausoleo di Augusto, forse ispirato nel modello architettonico e ideologico alla tomba di Alessandro Magno, che accolse i resti del Princeps (14 d.C.), dei membri della sua famiglia con alcune esclusioni eccellenti, a partire dalla figlia Giulia, e dei discendenti della dinastia giulio-claudia e dunque fino alla metà del I sec. d.C. circa.
Invito alla lettura
Eneide (lat. Æenēis -eĭdos) è il poema epico composto da Virgilio Publio Maronei in 12 libri, intorno a cui il poeta lavorò per gli ultimi dieci anni della sua vita (29-19 a.C.), senza peraltro giungere a dargli l’ultima mano e lasciandoVi incongruenze, lacune, piccole contraddizioni e 53 versi non finiti. Il poema racconta le vicende di Enea, fuggito da Troia in fiamme, portando via i Penati, il figlio Ascanio e, sulle spalle, il padre Anchise; con i Troiani superstiti salpa con venti navi da Antandro, e hanno inizio così le sue peregrinazioni; approda successivamente nella Tracia, a Delo, a Creta, in Sicilia (dove muore Anchise), sulle coste dell’Africa, presso la regina Didone, indi in Italia, a Cuma, donde discende nell’Averno, per giungere infine nel Lazio (l. 1°-6°). Qui è accolto da Latino, re dei Laurenti, che gli promette in sposa la figlia Lavinia, già promessa a Turno re dei Rutuli. Origina qui la guerra tra Enea, aiutato da Evandro, re di Pallanteo, e Turno, soccorso dai principi italici, finché questi cade ucciso in duello da Enea (l. 7°-12°). L’Eneide, come l’Odissea, è divisa in due parti: la prima (l. 1°-6°) comprende le peregrinazioni di Enea, come sono narrate nei libri 1°-12° dell’Odissea le peregrinazioni di Ulisse; le lotte di Enea coi popoli del Lazio (l. 7°-12°) fanno riscontro alle lotte di Ulisse coi Proci nei l. 13°-24° dell’Odissea. Il libro 2° dell’Eneide narra la distruzione di Troia e Virgilio lo derivò dai poeti ciclici, da tragici, da mitografi, da rappresentazioni figurate. Il racconto che fa Enea delle proprie peregrinazioni (l. 3°) ricorda il racconto di Ulisse nei libri 9°-12° dell’Odissea. Tutto virgiliano nella materia e nei sentimenti è il 4°, il patetico libro di Didone. Il libro 6°, in cui Enea scende nei regni sotterranei dell’oltretomba, corrisponde alla Nèkyia omerica, l’11° dell’Odissea, dove però Ulisse resta alla bocca dell’Ade. La rassegna degli eroi e guerrieri d’Italia del l. 7°, e delle navi di Enea nel 10°, sono sul tipo del “catalogo delle navi” nel 2° libro dell’Iliade. Il l. 9° corrisponde in parte al l. 10° dell’Iliade, la Dolonia. La scena del duello finale (l. 12°) è d’impostazione omerica, sul tipo del duello fra Ettore e Achille nel 22° dell’Iliade.
Roma non smette di elargire i suoi doni
A patto che il nostro Paese – che è tra i dodici più ricchi di cultura censiti dall’UNESCO – non smetta di assicurare un livello di memoria culturale dell’antichità classica adeguato a tale certificata ricchezza. L’ininterrotta contiguità con la classicità è infatti anche una questione valoriale di modelli culturali – artistici, architettonici, estetici sì, ma anche linguistici, etici, psicologici, comportamentali, affettivi – che si sono saldamente insinuati nella nostra percezione del mondo e che non possono andare perduti. La valorizzazione del nostro patrimonio culturale in questo senso più esteso è un dovere per le Istituzioni e per tutte le organizzazioni che operano in questo campo e per i cittadini stessi, vorremmo dire, che possono scegliere di navigare con consapevolezza (e studio delle mappe) in questo mare di bellezza. L’itinerario del Mediterraneo della Rotta di Enea, le due Associazioni che sinergicamente stanno operando in questa occasione, sono un esempio virtuoso della volontà di tenere viva, dall’interno, questa straordinaria memoria.
Per approfondire la conoscenza sugli studi e le iniziative del network dell’Associazione La Rotta di Enea: www.aeneasroute.org
Organizzazione e comunicazione de “La Cultura in cammino: la Rotta di Enea a Roma”: Associazione culturale Happening Cult www.happening-cult.com