Widiba punta dritto sulla consulenza globale e lancia Widiba Prime

È il provvedimento che molte famiglie attendevano da tempo: un sussidio “unico” che mettesse fine alla parcellizzazione di strumenti e incentivi per figli e servizi per l’infanzia e ogni altro sostegno alla natalità. E il Governo Draghi ha accontentato chi lo reclamava da anni, a cominciare dal Forum delle Famiglie che ne ha fatto una battaglia identitaria. Il 23 dicembre scorso il Consiglio dei ministri ha dato il via libero all’assegno unico e universale, misura che ha l’obiettivo di ridisegnare in un’unica soluzione tutti i bonus e le detrazioni legate alle famiglie con figli. Dal oggi, 1° gennaio 2022 le famiglie – incapienti e benestanti, lavoratori dipendenti o autonomi – potranno richiederlo per ottenere un supporto economico mensile a partire dal 1° marzo. Secondo la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti «È un provvedimento importante che segna la scelta di concretezza del nostro Paese: rimettiamo al centro le bambine e i bambini, investiamo nelle famiglie, attiviamo il futuro delle nostre comunità. I tuoiigli, il nostro futuro». Ma siamo sicuri che sarà davvero così?

Favorito chi ha Isee basso. Niente beneficio per maggiorenni Neet  

Intanto bisogna chiarire che per assegno unico per i figli a carico si intende “un beneficio economico attribuito su base mensile per il periodo compreso tra marzo di ciascun anno e febbraio dell’anno successivo, ai nuclei familiari sulla base della condizione economica del nucleo, stando all’indicatore della situazione economica equivalente (Isee)”. Per chi è riconosciuto? Per ogni figlio minorenne a carico e, per i nuovi nati, decorre dal settimo mese di gravidanza. Per quanto riguarda invece i figli maggiorenni a carico, fino ai 21 anni, potranno beneficiarne se frequentano un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea; se svolgono un tirocinio ovvero un’attività lavorativa e possiedono un reddito complessivo inferiore a 8mila euro annui; se sono registrati come disoccupati e in cerca di un lavoro nei servizi pubblici per l’impiego; se svolgono il servizio civile universale. L’assegno unico è previsto inoltre per ciascun figlio con disabilità a carico, senza limiti di età.

L’importo? Per redditi sotto i 15 mila, 2.100 euro all’anno per figlio

Con un Isee pari o inferiore ai 15 mila euro (secondo i calcoli del governo, è la soglia di circa metà delle famiglie interessate al provvedimento) per i figli minorenni è previsto un importo di 175 euro mensili, in misura piena. Importo che si riduce gradualmente per livelli di Isee superiori, fino a 50 euro per un Isee di 40mila euro e oltre. Per ciascun figlio successivo al secondo è prevista una maggiorazione dell’importo pari a 85 euro mensili. Per i figli maggiorenni (fino ai 21 anni) sono previsti 85 euro mensili, in misura piena per un Isee pari o inferiore a 15mila euro. Anche qui l’importo si riduce gradualmente per livelli di Isee superiori, fino a 25 euro per un Isee di 40 mila euro. Per livelli di Isee superiori, l’importo rimane costante. Sono previste maggiorazioni per ciascun figlio minorenne con disabilità, per ciascun figlio maggiorenne con disabilità fino al 21esimo anno di età, per le madri di età inferiore a 21 anni, per i nuclei familiari con quattro o più figli, e per i nuclei con entrambi i genitori titolari di reddito da lavoro. L’assegno è riconosciuto senza limiti di età per ciascun figlio con disabilità.

A gennaio la domanda, entro 60 giorni l’Inps manderà i soldi

Potrà essere presentata a decorrere dal 1° gennaio 2022 ed è riferita al periodo compreso tra marzo dell’anno di presentazione e quello di febbraio dell’anno successivo. La presentazione deve avvenire in modalità telematica all’Inps o agli istituti di patronato. L’assegno è riconosciuto a decorrere dal mese successivo a quello di presentazione della domanda; nel caso in cui sia presentata entro il 30 giugno dell’anno di riferimento, l’assegno è riconosciuto a decorrere dal mese di marzo del medesimo anno. L’Inps provvede al riconoscimento dell’assegno entro sessanta giorni dalla domanda. Chi non presenta dichiarazione ma solo richiesta di domanda di assegno, riceverà a sua volta il minimo.

Ma per le famiglie sarà davvero un affare?

L’assegno unico e universale subentra al posto di detrazioni per i figli a carico e bonus per le famiglie. Tra questi si ricordano gli assegni familiari per i nuclei composti da almeno 3 figli minori; le detrazioni fiscali per i figli a carico, che restano esclusivamente per i figli per i quali non è previsto il riconoscimento dell’assegno unico, assegni al nucleo familiare (Anf), il bonus mamme domani e il bonus bebè. La perdita della detrazione per i carichi familiari coinvolti il nuovo aiuto ridisegnerà la busta paga mensile per circa 8 milioni di lavoratori. Finora lo sgravio fiscale per i familiari coniugi, altri soggetti compresi, ha prodotto in media 986 euro di sconto hanno sull’Irpef (secondo la dichiarazione dei redditi 2020): importo che sarà sostituito dall’aiuto accreditato in banca. Il 49% dei beneficiari detrae per un figlio e il 36 per due figli.