Contro il Covid ci si isola. In senso letterale. Sarà l’esempio tutto italiano della Sardegna, la prima zona bianca del Paese, sarà perché questi territori per la loro conformazione fisica hanno, meglio di altri, fronteggiato e battuto il coronavirus, sarà perché, in fondo, in questo momento siamo un po’ tutti dei Robinson Crusoe, soli anche in una grande città, ma l’idea dell’isola “felice” è tornata prepotentemente a fare capolino nella testa di molti. E in molti lo hanno capito e cercano di approfittarne. Il primo esempio è quello della Grecia che ha pubblicizzato in tutto il mondo Kastelorizo, la meravigliosa isola di fronte alla costa turca (contesa tra i due Paesi), che è diventata celebre e amatissima come set del film Mediterraneo di Gabriele Salvatores, premio Oscar 1992. Ebbene, Kastelorizo è la prima isola a poter vantare la vaccinazione di tutti gli abitanti, greci e stranieri residenti. Ma questo dovrebbe essere solo il primo passo verso una nuova normalità. L’isola Covid free, infatti, è una precisa strategia del governo ellenico per rilanciare la prossima, imminente stagione turistica. Così, in oltre 1500 isole degli arcipelaghi la vaccinazione procederà parallela a quella di personale sanitario e agli over 80, e farà il paio con un rigido protocollo per gli ingressi nel Paese per dare la possibilità ai turisti di soggiornare in luoghi sicuri.
Kastelorizo, in Grecia, è la prima isola Covid free che ha già vaccinato tutti i residenti, anche stranieri
L’idea deve essere buona, visto che in Italia molti pensano si debba seguirla, a cominciare da Confesercenti Sicilia e dai sindaci di isole come Linosa, Filicudi e Vulcano che, come gli arcipelaghi delle Tremiti e le Eolie, sono sempre state a zero contagiati e per questo sono finite anche in un servizio della tv americana Cnn come esempio positivo per il mondo. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, ci sono solo 14 paesi al mondo che non hanno conosciuto la pandemia da coronavirus e, se si esclude la Corea del Nord e il Turkmenistan per i quali la comunità scientifica nutre molti dubbi sulla veridicità dei loro dati sanitari, sono tutte isole. Si va dalle Cook, quindici pezzettini di terra a 3 mila chilometri dalla Nuova Zelanda, che hanno imposto una quarantena obbligatoria all’ingresso e il divieto di attracco alla imbarcazioni comprese quelle da crociera, alle Samoa americane, nel Pacifico meridionale, che un anno fa hanno chiuso i confini persino ai residenti che si trovavano all’estero. E poi Narau in Oceania il terzo Paese più piccolo al mondo con 21 chilometri quadrati di estensione, all’arcipelago di Palau, 200 isole vicino alle Filippine che potrebbe essere il primo Paese al mondo a vaccinare tutti i suoi 21 mila abitanti, Sant’Elena nell’Atlantico, uno dei luoghi più isolati del mondo dove venne esiliato Napoleone, e ancora Tonga, Tuvalu, Tokelau, Pitcairm, Kiribati, dalla Micronesia a Sealand, lo stato piattaforma nella Manica.
Nonostante siano moltissime le piccole isole sparse per il globo, forse non ce ne sono abbastanza o non sono nei posti giusti, visto che c’è qualcuno che pensa di realizzarne una nuova: Blue Estate. Si tratta una gigantesca operazione immobiliare da realizzare in mezzo al Mar dei Caraibi a metà strada tra Miami e le Bahamas, un po’ eremo sicuro del buen ritiro e un po’ covo dei pirati perché è una piattaforma offshore. L’isola artificiale sarà costruita con moduli di cemento sarà lunga 1,5 chilometri e larga uno e avrà un’area pari a circa la metà di quella del Principato di Monaco. Insomma, sarà piccola, ma non piccolissima. Sarà completata nel 2025, quando si spera il coronavirus sarà solo un pessimo ricordo e, forse per questo, di pandemia si parla solo per negare possa intralciare i lavori di realizzazione. Ci saranno appartamenti e ville per 15 mila residenti, spazi per imprese di servizi, una clinica, una scuola internazionale e attività ricreative. L’approccio è quello di un hotel a 5 stelle con ristoranti e bar, innumerevoli attività sportive e trattamenti termali, parchi giochi, spazi verdi e lo spettacolare Garden Deck sul mare. I prezzi? In questo caso si può davvero dire che sono per tutte le tasche perché vanno dai 19.800 dollari per i monolocali da 20 metri quadrati al centro dell’isola, fino agli 1,15 milioni di dollari per le mega ville Signature Estates affacciate sull’acqua. C’è persino un piano di pagamento graduale in base all’avanzamento lavori e sconti per chi prenota prima. Tutta l’energia del Blue Estate sarà generata esclusivamente da fonti rinnovabili, consentendo un bilancio negativo di CO2, e i costruttori danno per scontati un completo riciclaggio e una sostenibilità totale del progetto. Ma la vera chicca dell’isola artificiale è il suo essere un nuovo territorio terra con norme a regolamenti ad hoc. Le imprese che vi si insedieranno dovranno seguire solo le linee guida dettate dalla Blue Estate Community, che si basano sui concetti di libertà, eguaglianza e prosperità. In parole povere, zero tasse e regole minime. Non è ancora chiaro se ci sarà un passaporto speciale per i residenti e come si collocherà quest’isola all’interno delle organizzazioni mondiali, ma visto che ancora non una sola lastra di cemento è stata portata a mare, forse sono problemi che verranno affrontati in seguito. Per ora, stando agli annunci, ci saranno severi controlli di immigrazione per i visitatori e per i non residenti, per prevenire l’ingresso di individui ostili o merci pericolose, mentre per i residenti e i dipendenti accreditati ci saranno check-in veloci da utilizzare con ID Blue Estate. Le armi saranno vietate, le dispute verranno risolte senza giudici o avvocati ed è previsto l’allontanamento dall’isola, temporaneo o definitivo, per i reati più gravi. «Il Blue Estate», spiegano i costruttori, «mira ad essere una delle comunità più sicure del mondo, offrendo assoluta tranquillità e livelli di privacy senza precedenti. A differenza delle tradizionali comunità chiuse terrestri, il Blue Estate non ha bisogno di recinzioni e cancelli per proteggere i suoi residenti». Basta il mare. Che, secondo i costruttori, non è mai un problema: «A differenza delle navi che vengono sballottate dalle onde dell’oceano, su Blue Estate nessuno sarà in grado di rilevare anche il più piccolo movimento. La costruzione proteggerà tutti i residenti da qualsiasi condizione sfavorevole. Le pareti esterne alte 50 metri faranno scomparire anche le più grandi onde dell’oceano, mentre le persiane anti uragano automatizzate possono essere estese, per schermare ulteriormente la comunità in caso di venti forti. Nonostante sia stato progettato per resistere anche alle peggiori condizioni, Blue Estate può essere spostato, in caso di tempeste in arrivo».
Spostare un’isola artificiale lunga 1,5 chilometri non deve essere una questione facile e di certo Blue Estate non potrà andarsene in giro, viaggiare. Per farlo c’è bisogno di una nave. Che, a prima vista sembra essere esattamente il contrario di un luogo Covid-free: luoghi angusti, molta gente e assembramenti assicurati. Tutti ricordano come alcune grandi navi da crociera furono i primo grande veicoli di contagio del coronavirus lo scorso anno a febbraio. Ma, da una parte regole ferree e dall’altra il tempo che passa, cambiano le prospettive. Forse queste motivazioni hanno determinato il successo, incredibile, della crociera organizzata per il 2023 dalla Oceania Cruise. Incredibile perché si tratta di una supercrociera che, come minimo, dura 180 giorni (sei mesi) e per la velocità alla quale sono andati a ruba i biglietti: meno di 24 ore. Il nome dell’armatore non induca in errore. La crociera parte da San Francisco, fa il giro del mondo e torna sotto il Golden Gate. Poi c’è la possibilità di estendere il viaggio arrivando fino a New York, passando da Miami. In tutto 218 giorni, più di sette mesi, sull’acqua. Il programma prevede tutta la costa pacifica delle Americhe, l’Antartide, Argentina, Brasile, la circumnavigazione quasi completa dell’Africa, i Paesi arabi, l’India, tutta la costa pacifica dell’Estremo Oriente fino alla Russia, l’Alaska e il Canada. In tutto, quattro continenti, 33 Paesi, 96 porti, 61 siti patrimonio dell’Unesco con un totale di 20 notti passate a terra e 160 in mare. I prezzi per due persone vanno dai 94 mila ai 160 mila dollari per le suite (dai 30 ai 90 metri quadrati con un terrazzino sul mare). Costano meno le cabine singole con terrazzo (dai 64 ai 72 mila dollari) e, se ci si accontenta di un oblò, i prezzi scendono fino a 46 mila dollari. Ma in questo caso si viaggia in una cabina di 13 metri quadrati, più o meno un box occupato in larga parte dal letto. Un crocerista su cinque ha deciso di allungare la navigazione fino a New York e ha pagato circa il 15 per cento in più. Compreso nella tariffa ci sono 64 escursioni, un credito di 6.400 dollari da spendere sulle nave, internet, i servizi di lavanderia, gli eventi a bordo e una notte in un hotel di lusso prima della partenza. «La risposta al nostro viaggio intorno al mondo 2023 illustra chiaramente l’entusiasmo che i viaggiatori hanno per esperienze di viaggio coinvolgenti e memorabili», spiega Bob Binder, presidente e amministratore delegato di Oceania Cruises cercando di spiegare il quasi miracolo. «Nonostante le sfide che il mondo deve affrontare oggi, i viaggiatori stanno chiaramente scommettendo sul futuro e la velocità con cui i posti sono stati prenotati dimostra l’enorme domanda repressa di crociere».