Sul nuovo superbonus “non si deve porre la fiducia e servono modifiche. Si tratta di andare con buon senso verso il nuovo regime. Devi stabilizzare un bonus che non può essere al 110%, ma all’80 o al 90”. Così Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera di Forza Italia, ospite di Rainews24. “Bisogna – aggiunge – intervenire in parlamento, depositeremo gli emendamenti, da giovedì il testo è alla Camera”. “Le modifiche parlamentari sono per quanto ci riguarda non solo necessarie, ma irrinunciabili”.
E’ questa la notizia politica più rilevante della giornata, segnata alle polemiche e dalle critiche al blitz voluto al governo, su particolare iniziativa del ministro dell’Economia.
Dai sindacati agli industriali, il coro contro la mossa dell’esecutivo è stato assolutamente unanime.
Il no ragionato degli architetti
Autorevolmente, si è aggiunto ad esso la voce del presidente dell’Ordine degli architetti, Francesco Miceli secondo il quale “lo stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito per gli interventi legati ai bonus edilizi rappresentano un colpo inatteso ed una decisione grave che mette a rischio gli impegni assunti da tante famiglie per il miglioramento della loro casa oltre che il lavoro di decine di migliaia di professionisti e imprese”. “Serve adottare decisioni – afferma Miceli – in grado di consentire l’avvio di una fase di transizione che non penalizzi famiglie, professionisti ed imprese insieme ad una strategia, da perseguire nel lungo tempo, che garantisca l’efficienza energetica degli edifici in coerenza con la Direttiva sulle “case green” varata pochi giorni fa dal Parlamento europeo e verso la quale la decisione del Governo sembra essere in decisa contraddizione”.
Il decreto acuisce i problemi
“Il consiglio nazionale del nostro ordine – continua Miceli – ha più volte sottolineato la necessità di migliorare e di semplificare il sistema della cessione del credito e di trasformare la misura del Superbonus in una strategia strutturale anche con meccanismi di premialità in base agli obiettivi da raggiungere sia con interventi di efficienza energetica sia in tema di adeguamento sismico del patrimonio edilizio nell’ambito di politiche per la rigenerazione urbana”. “Constatiamo, invece – conclude Miceli – che le soluzioni indicate non affrontano, anzi acuiscono, la grave situazione in cui si trovano professionisti ed imprese”.